Il problema dell’alimentazione nel mondo
Il 16 ottobre è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione e, come ogni anno, la FAO ci offre uno spunto di riflessione per cercare di affrontare la questione. Quest’anno il focus è dato al tema delle migrazioni: si parla spesso di guerra per affrontare la questione migratoria, troppo spesso si ignora il problema alimentazione. I dati della FAO ci dicono che circa 800 milioni di persone soffrono la fame. Stiamo parlando dunque di una cifra altissima che corrisponde a una fetta ampia dell’intera popolazione terrestre. Anche il cambiamento climatico è una causa di questa situazione. La FAO ci racconta come la siccità abbia trasformato profondamente l’agricoltura nelle zone povere del mondo, dove rischia di diventare carestia. Qualcosa si può fare.
Dieta e sicurezza alimentare
La sicurezza alimentare e la possibilità per tutti di avere diete nutrienti sono due pilastri di qualsiasi associazione si occupi di nutrizione. Negli ultimi anni, anche molte delle aziende del settore food, hanno dato sempre maggiore attenzione a questo aspetto: perché i pubblico è più attento e fa più domande. Basti pensare alla questione legata all’olio di palma, tanto discussa negli scorsi mesi, anche con opinioni molto contrastanti (il caso Ferrero, che è andata controcorrente, ad esempio).
Come Link ITB abbiamo sempre avuto una certa affinità col mondo del cibo e delle bevande. Tra i nostri clienti ci sono infatti Birra Peroni, Colavita, Cubacafè e altri brand del mondo della ristorazione. Questo ci ha permesso di affinare le nostre conoscenze in un settore molto delicato. Le materie prime sono un elemento essenziale per la perfetta riuscita di un prodotto, anche quando la lavorazione di questo è industriale. Molti brand, negli ultimi anni, hanno migliorato i propri processi produttivi per riuscire a mantenere il più a lungo possibile per qualità degli ingredienti che trattano. Questo sta modificando anche il mondo in cui si fa comunicazione a riguardo.
La pubblicità del food
L’alimentazione è cambiata, non c’è dubbio. Rispetto a qualche generazione fa, siamo più consapevoli delle cose che mangiamo, anche se ingeriamo numerosi prodotti industriali che possono essere meno genuini. Anche la percezione della carne e delle proteine in genere ha subito modifiche nell’opinione pubblica. Le aziende si sono adeguate a queste nuove consapevolezze. In pubblicità, negli ultimi anni, si parla sempre di più di filiera, di provenienza degli ingredienti, del valore delle materie prime. Il pubblico e le varie associazioni stanno in un certo senso costringendo le imprese del food a una cura del dettaglio che sia trasparente. Dall’altra parte però, c’è ancora la spinta verso la corsa al ribasso e questo è un ostacolo alla perfetta riuscita di un mercato del cibo sano e etico. La strada è lunga ma ora abbiamo modo di poter scegliere.
(header e foto titolo di Fao.org)