Il 2 aprile sarà davvero la fine di Google Plus e nessuno, ora come ora, può esserne veramente sorpreso. Il social network di Google chiude così i battenti dopo otto anni scarsi di servizio. Dalle parti di Mountain View sono abituati a rischiare, quindi mettono in conto di non portare a termine tutti i loro progetti, però questo qui era partito tra mille speranze con la neanche troppo velata intenzione di fare concorrenza a Facebook.
Cosa c’era di buono in Google Plus
Google Plus presentava delle caratteristiche estremamente funzionali in ambito lavorativo. Quando ha lanciato gli hangouts, ad esempio, ha reso possibile e facile fare dei meeting a distanza, scambiandosi in contemporanea file e calendari. Chi usa Slack, o altri tool simili, sa che questa funzione è essenziale per lavorare coordinando più postazioni.
Google Plus aveva inoltre la possibilità di dividere i tuoi contatti in circles: anche questo dava la possibilità di condividere alcuni aspetti della nostra vita con chi veramente è interessato. Il mio circle “Tennis” magari poteva contenere tutti i miei amici del circolo: con loro avrei condiviso i video dei migliori colpi di Roger Federer, senza annoiare i miei cugini che il tennis non lo sopportano. Questo è un esempio molto semplicistico, chiaramente, ma non possiamo ignorare che nell’idea e nella struttura di Google Plus qualcosa di buono c’era davvero. E magari è servito ad altri come ispirazione per creare i propri tool e i propri software.
Il problema sicurezza e la chiusura del social network
La chiusura definitiva è prevista per il 2 aprile 2019. Quello che ha portato a questa decisione sono stati i numerosi problemi nella sicurezza: si pensa che i dati degli utenti siano stati a rischio a causa di alcune falle nel sistema di sicurezza del social network. Quindi, anche se in fondo il social network non aveva mai funzionato, si è accelerato per dire definitivamente addio alla piattaforma. I numeri non hanno mai dato ragione al social network di Google perché, quando si parlava di 3 miliardi di utenti, veniva calcolato anche chiunque accedesse al proprio account Gmail. Chi veramente utilizzava il social network erano pochissime persone, soprattutto esperti del settore. La fine di Google plus è dunque arrivata: Facebook ha vinto (senza neanche aver dovuto gareggiare).